Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire.
Chi è contento che sulla terra esista la musica.
Chi scopre con piacere una etimologia.
Due impiegati che in un caffè del Sur giocano in silenzio agli scacchi.
Il ceramista che premedita un colore e una forma.
Il tipografo che compone bene questa pagina che forse non gli piace.
Una donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto.
Chi accarezza un animale addormentato.
Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto.
Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson.
Chi preferisce che abbiano ragione gli altri.
Tali persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo.
Jorge Luis Borges, I giusti
Sarebbe bello il formarsi di un gruppo di persone per progettare e realizzare insieme un’opera d’arte all’interno del Teatro Farnese.
Propongo di condividere una modalità di ricerca basata su lentezza, pazienza, ripetizione, semplicità e silenzio. Per questo mi rivolgo a persone che praticano meditazione.
Chi sia in qualche modo incuriosito o interessato, può venire alla Pilotta mercoledì 20 novembre alle ore 17 alla presentazione del mio lavoro, così possiamo conoscerci.
Vi aspetto. Grazie,
Sabrina Mezzaqui
Sabrina Mezzaqui
appello ai meditanti
Galleria Nazionale - Palazzo della Pilotta, Parma
E.L. Il tuo lavoro è un esempio di depotenziamento della mitizzata figura dell’artista. C’è una serietà e un’umiltà nel trascrivere testi altrui di forte significato etico.
S.M. All’inizio non volevo dire niente su questo. Ho solo pensato: magari… speriamo…
Poi l’altra notte nel romanzo che stavo leggendo (La porta di Magda Szabò) ho trovato questa frase: dietro ogni successo visibile c’è sempre una persona invisibile senza la quale le opere d’arte non nascerebbero.
In realtà il mio lavoro è fatto di tante persone, sia visibili (scrittori, poeti,…), sia invisibili (tutte le persone con cui collaboro alla realizzazione delle opere).
A volte lavorando mi chiedo perché l’ideazione e la progettazione abbiano più importanza della realizzazione materiale. Mi avvalgo della collaborazione di amiche ed amici che tagliano, piegano, ricamano, montano, allestiscono, ricalcano, lavorano a maglia, cuciono molto meglio di me. Senza la loro perfezione manuale molti miei lavori non esisterebbero. C’è una fase del lavoro, quella dell’ideazione, che sì ha bisogno di solitudine e silenzio, ma poi la realizzazione, per quello che riguarda la maggior parte delle “mie” opere, necessita del tempo, dell’attenzione e delle capacità di altre persone. Spesso si respira una tranquillità allegra nel lavorare insieme, una strana forma di confidenza.
In una poesia di Erri De Luca c’è una frase che mi piace molto: la parte migliore di me sono i miei amici. I miei amici sono la parte migliore anche del mio lavoro.
Qualche sera fa ho ricevuto questa risposta ad un augurio per San Valentino da un amico: Il senso dell’umorismo è una delle qualità che più apprezzo nelle persone assieme al senso artistico perché aiuta a vivere più leggeri.
Ecco, quando si lavora insieme mi pare che già stiamo vivendo più leggeri.
Marzabotto, 17 febbraio 2011
da un’intervista con Elisabetta Longari
S.M. All’inizio non volevo dire niente su questo. Ho solo pensato: magari… speriamo…
Poi l’altra notte nel romanzo che stavo leggendo (La porta di Magda Szabò) ho trovato questa frase: dietro ogni successo visibile c’è sempre una persona invisibile senza la quale le opere d’arte non nascerebbero.
In realtà il mio lavoro è fatto di tante persone, sia visibili (scrittori, poeti,…), sia invisibili (tutte le persone con cui collaboro alla realizzazione delle opere).
A volte lavorando mi chiedo perché l’ideazione e la progettazione abbiano più importanza della realizzazione materiale. Mi avvalgo della collaborazione di amiche ed amici che tagliano, piegano, ricamano, montano, allestiscono, ricalcano, lavorano a maglia, cuciono molto meglio di me. Senza la loro perfezione manuale molti miei lavori non esisterebbero. C’è una fase del lavoro, quella dell’ideazione, che sì ha bisogno di solitudine e silenzio, ma poi la realizzazione, per quello che riguarda la maggior parte delle “mie” opere, necessita del tempo, dell’attenzione e delle capacità di altre persone. Spesso si respira una tranquillità allegra nel lavorare insieme, una strana forma di confidenza.
In una poesia di Erri De Luca c’è una frase che mi piace molto: la parte migliore di me sono i miei amici. I miei amici sono la parte migliore anche del mio lavoro.
Qualche sera fa ho ricevuto questa risposta ad un augurio per San Valentino da un amico: Il senso dell’umorismo è una delle qualità che più apprezzo nelle persone assieme al senso artistico perché aiuta a vivere più leggeri.
Ecco, quando si lavora insieme mi pare che già stiamo vivendo più leggeri.
Marzabotto, 17 febbraio 2011
da un’intervista con Elisabetta Longari